STORIELLA
“Un buon filosofo riesce a guardare a ogni evento della vita – lieto o spiacevole – in una preziosa riflessione sù sè e sugli altri”.
Io dico “Bah, non saprei, forse”. Comunque questo è l’incipit di un bell’articolo comparso ieri sulla Domenica del Sole 24 Ore a firma di Anna Li Vigni.
E recensisce, in qualche modo, l’ultimo lavoro di Maurizio Ferraris dal titolo Imparare a vivere.
Io direi, dal mio piccolo osservatorio, che non si è mai imparato abbastanza a vivere. Un adagio cinese che dice: “Non puoi mai dire se la tua vita è stata triste o felice fino all’ultimo tuo respiro”.
Ma quello che a me interessa riportare in questo blog , dell’articolo della Li Vigni, è questa storiella.
“Due giovani pesci, nuotando, ne incontrano uno di anziano che chiede loro: ‘Com’è l’acqua oggi?”. E uno dei due giovani pesci risponde: “Che è l’acqua?”.
La Li Vigni parla di “inconsapevolezza” dei pesci giovani. Io parlerei della ovvietà del vivere che i giovani pesci hanno colto perfettamente.
“Si nasce, si vive e si muore” dice il biondino che sta nel sedile posteriore della macchina nel film Stand by me.
Come incontrare uno per strada e chiedergli: “Come è l’aria che respiri?”.
Il meglio che lui ti può rispondere è: “Aria è!”
GUIDO SAVIO