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INTELLIGENTI

“Dico, dico, dico… e poi lascio che le cose vadano come vadano!!”

Una logica di questo tipo, prima che essere una logica antieconomica è una logica poco intelligente. Poco intelligente perchè quella poca intelligenza che abbiamo avuto in dono noi la dobbiamo utilizzare per portare a termine…le nostre parole. Ovvero per arrivare alla soddisfazione che abbiamo individuato.

“Da piccolo avevo delle caratteristiche che mi piacevano, poi mio padre e mia madre me le hanno castigate”. Il bambino non ha abbastanza intelligenza per capire che deve difendere da qualsiasi attacco le sue buone caratteristiche. Ma noi uomini e donne sì.

L’intelligenza è avere un buon pensiero di se stessi. E qui intendo un pensiero produttivo che mi porti verso la soddisfazione. Anche se devo lottare. Per questo non esiste felicità se non supportata dalla intelligenza.

Il bambino intelligente è quello che dice: “Da grande farò…” nel senso che ha individuato le proprie virtù, i propri talenti e si dichiara disposto a difenderli da chi non li vede come li vede lui (mamma, papà, insegnanti, tempo, amici, eventi della vita): l’altro non mi può capovolgere la barca.

Nessuno è intelligente nella regola. Siamo stati tutti un po’ strambi nella nostra intelligenza. Eppure è stata questa strambità che la ha resa forte, produttiva.

L’intelligenza è capacità di acquisire competenza, conoscenza, saperci fare. Ma anche disponibilità a perdere queste virtù. L’intelligente è chi vive, sa morire, ma anche rinascere.

L’intelligente non può essere un isterico che grida al primo allarme, ma è il soggetto morale che pensa al proprio desiderio soddisfacibile nel tempo, nella pazienza, come appunto “atto morale”.

Guido Savio

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