DEMOCRAZIA IN PERICOLO
Buongiorno amici miei. oggi è il giorno dell’anno settantottesimo che l’Italia si è resa Repubblicana. La nostra Democrazia è sacra e la nostra Costituzione è ammirata e anche invidiata in tutto il mondo.
Per quello che può essere un appello lanciato da un piccolo intellettuale di Provincia, io lancio un appello. Le democrazie, in tutto il mondo, si capiscono solo quando sono andate perdute. Non è il caso che mi riferisca alla Storia. Per venire alle cose pratiche che sono le uniche che si possono capire . L’agone politico che pressa per le prossime elezioni europee lo avete capito tutti. L’incandidabile non è tale perchè sta a Rebibbia, o a Regina Coeli o all’Ucciardone (perchè là già ce ne sono).
Il candidabile invece nel nostro splendido Medioevo italiano, era colui (Cavaliere!!!) che vestiva la veste candida nella veglia della notte prima di essere eletto servitore del Signore, dunque, servitore dello Stato. Ora l’agone della nostra politica, praticata un tempo da nomi e figure quali don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Sandro Pertini, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Giorgio La Pira, Giovanni Malagodi, Ugo la Malfa, Enrico Berlinguer…e chi più ne ha più ne metta, è popolato da nomi che benissimo conosciamo.
Noi da adolescenti andavamo alle “Scuole di Politica” della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista, del Partito Socialista, dello Psiup e anche del Partito Liberale. Ora non esiste Scuola Politica e nemmeno Valore che la politica possa proporre. In più incombono sulla nostra testa spade di Damocle internazionali che, ancora una volta, tutti noi conosciamo, da l’una e dall’altra parte del Muro di Berlino. Oltre a questo le condizioni ambientali mondiali, il surriscaldamento del Pianeta , inquinamento, etc. portano a fosche previsioni. Chiedo dunque, dal basso della mia statura, che persone che maggiore statura di me hanno , si facciano carico di un impegno e di un progetto che sorpassi i quorum e i followers e l’auditel per “prendere in mano” la Democrazia italiana, e anche la democrazia del Mondo che ci ospita.
Vi chiedo dunque, amici cari, nel giorno del 2 giugno, di farvi portavoce di questo appello. Mi ripeto, come tutte le cose della vita, la Democrazia si capisce solo quando la si è perduta. Questo non è un appello audio-video-tele registrato, ma l’appello di una persona umile e comune, di un intellettuale, che lancia un grido prima che sia troppo tardi. Il “grido di dolore che….” Poi ognuno faccia come meglio crede.
Guido Savio