“SIAMO FATTI COSI’” (LA LOGICA DELLA BILANCIA)
Ti spiego con un semplice esempio come sta la tua questione.
Prendiamo una bilancia, di quelle con due piatti, con un’asta in mezzo che li sostiene tramite due bracci, quelle che usavano una volta i farmacisti, tanto per intenderci.
Sul piatto A (quello di sinistra) ci sono delle piccole palline.
Sul piatto B (quello di destra) ci sono delle piccole palline.
Le palline del piatto A sono quelle dei tuoi sintomi, delle tue paure, delle tue angosce, delle tue inibizioni, della tua ipocondria, anche del tuo “mal di vivere”, se vuoi. e via dicendo. Le palline della tua “malattia” insomma.
Le palline del piato B sono quelle della responsabilità, della crescita, della maturazione, della accettazione dell’altro nella diversità di cui è portatore, del tuo desiderio serio e pratico di fare una famiglia e dei figli, dell’amare te stesso in modo da consentire all’altro di amarti, della accettazione del rischio e della soddisfazione di vivere e della accettazione della caducità del tempo, della accettazione della morte. Le palline della tua “salute” insomma.
Bene.
Se tu togli palline dal piatto B (cioè porti via peso) immediatamente si alza il piatto A (quello dei sintomi, delle ossessioni, delle manie, della inibizione, dei freni, del mal-essere, del ritiro in te stesso, della apatia o del rigurgito verso ciò che non è come te, etc.).
Se tu togli palline dal piatto B, immediatamente si alza il piatto A. E viceversa.
La questione mi sembra facile da capire.
Quello che è meno facile è il tradurre la conoscenza teorica di questa questione in un comportamento pratico, in un progetto a lunga scadenza, nell’amore per un altro, nell’amore sano per se stessi, nella humanitas come accettazione di ciò che non è come te, nella pratica quotidiana di vivere con “desiderio” per te stesso e per gli altri, nella solidarietà, etc.
Dobbiamo tutti noi accettare la logica della bilancia.
Invece accade che appena tu ti impegni per mettere sempre più palline nel piatto B cresce la tua incertezza, la tua ansia, una certa paura ad avere fiducia nell’altro e a lasciarti andare, nell’assumere responsabilità, nel darti da fare per un bene comune. E allora sei portato a mettere palline nel piatto A per avere una “compensazione”, che molti chiamano “scusa”, che ti impedisce di andare avanti. Una “scusa” per tornare allo status quo nel quale ti trovavi e ti troverai, evidentemente, meno peggio che assumerti le tue responsabilità, da uomo, nella tua vita.
GUIDO SAVIO