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ERCOLINO SEMPRE IN PIEDI (OVVERO DELLA INSOPPORTABILITA’)

ERCOLINO SEMPRE IN PIEDI

 

 

 

Molto spesso ci chiediamo perchè continuiamo a sopportare. Sopportare chi ci sta troppo vicino, chi ci sta troppo lontano, chi ci ama senza che noi lo chiediamo, chi non ci ama e noi lo vorremmo, chi parla troppo e chi parla troppo poco, chi ci taglia la strada e chi gentilmente ci fa passare.., chi ci diamo fiducia e chi bruceremmo per un tradimento, chi gli saltiamo addosso dal desiderio e chi se ci salta addosso lo bruceremmo, chi ci dona con la sua presenza una certa pace e chi gli/le metteremmo le mani addosso a cena quando dice certe cose (che a noi non vanno) ……

Ci interroghiamo in continuazione se siamo troppo accondiscendenti con l’altro oppure se con l’altro siamo troppo rigidi. Ci interroghiamo se facciamo bene a cedere oppure se avremmo fatto meglio a puntarla più dura. Ma a queste domande “risposta non c’è o forse ci sara’”

Credo che questo sia un dilemma che caratterizza gran parte delle nostre giornate: la sopportazione dell’altro. Se siamo troppo o troppo poco (capienti o incapienti).

Non credo che ci sia risposta a questa domanda. Bob Dylan ce lo insegna. Tutti noi ce la poniamo e spesso facciamo della (nostra e dell’altro) insopportabilità /sopportabilità una nenia del pensiero che ci accompagna per tutta la giornata e la notte. A volte una noia del genere diventa una noia (paranoia) del nostro stesso pensiero.

Sta di fatto che non sempre è giusto sopportare, non sempre è giusto tacere, non sempre è giusto aprire la porta all’altro. A volte bisognerebbe davvero smettere di portare il peso che l’altro ci scarica addosso. Questa scelta è una nostra responsabilità. Responsabilità che è legata alla (im)maturità con cui noi sappiamo esprimere giudizio sull’altro e su noi stessi: non tutto e non tutti ci possono andare bene, non tutto e tutti è adeguato a noi, non tutto e tutti è buono. Noi non siamo buoni per tutto e tutti. Siamo anche cativi bvambini e capricciosi di giudizio. Ma così siamo noi. Punto e basta.

E il bello è che su questa questione, penso, che esistono davvero tante persone che della  astensione del e dal giudizio, (quello che i Greci la chiamavano “epoke'”) se ne fanno una forza. Diventano inaffondabili, inabbattibili. Alcuni politici se ne sono fatti la carriera. Spesso fanno anche carriera giornalisti, scrittori, filosofi dei talk show, commentatori, commendatori, burattini del nostro circo insomma.  Quelli che vediamo tutte le sere su mamma RAI. La

 

situazione politica che stiamo vivendo ne è un drammatico esempio quando parla della guerra.

Mi viene in mente proprio in riferimento alla insopportabilità di certe persone, le quali noi vorremmo realmente “fare scomparire dalla faccia della terra” (e magari se lo meritano anche) quel gadget che le persone che hanno più o meno la mia età ricorderanno certamente. Si otteneva raccogliendo non ricordo quale quantità di “punti” della Galbani. Sto parlando di “Ercolino sempre in piedi”, un omino di gomma senza gambe e tondo alla base che restava sempre in piedi appunto se si riempiva il fondo con un po’  d’acqua . Il giochino consisteva per noi bambini nel buttarlo a terra, ma Ercolino, ovviamente, ritornava nella sua naturare stazione eretta (per questo “sempre in piedi”).

Se il nostro  “ascoltare e sopportare” gli altri è come il gioco di Ercolino, ci dà rabbia, ci indispettisce,ci fa per davvero incazzare, ci mette nell condizione dell’impotenza a liberarci dell’altro. Se sto tipo poi è uno che vuole stare sempre in piedi, avere ragione, avere l’ultima parola, diviene davvero insopportabile e lo masticheremmo. E non è giusto che noi lo sopportiamo: lo dobbiamo, per forza, sgonfiare.E possiamo aprire il….(chi sa dire come si chiamava quel cicciolo attraverso il quale si sgonfiavano i salvagenti, i canotti, le ochette con cui imparavamo a nuotare?).

E mii viene in mente ancora, a proposito di Ercolino, che anche nella tradizione giapponese esiste un giocattolo del genere, si tratta del “pupazzo Daruma” che ha le stesse caratteristiche del nostro Ercolino ma ha tutt’altra funzione. Una funzione di invito alla vita e di accettazione della sorte.  Ma quale sorte? Quella che tu non puoi scegliere? Portava infatti scritto sulla pancia questi tre versi: “Così è la vita/ Cadere sette volte/ e rialzarsi otto”. Ma questa del Daruma è tutta un altra storia. Noi adesso dobbiamo combattere e stare attenti a npn cadere nelle sgrinfie del Super-Io o del buonismo. Che per l’appunto ci vuole troppo buoni. Troppo indecisi se affondare qualcuno o qualcosa. Un esrcito di Ercolini ci attende!!! Forza e coraggio!!!

GUIDO SAVIO

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