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PENSIERO FEDELE

Io sono se l’altro mi fa essere chi sono. Non posso essere me stesso senza che l’altro abbia un pensiero per me. L’altro mi è “fedele” se mi pensa, ed io faccio altrettanto.

Per fare del bene a se stessi, come per fare del bene all’altro, bisogna avere un “movente”, un “motivo”, un “merito”. E questo si lega alla attività di pensiero. Non si può amare senza pensiero, e senza pensiero presto si diventa degli “infedeli”: non ci fidiamo più di noi stessi, nè l’altro si fida più di noi.

Il pensiero fedele è un pensiero libero (cioè guarito dalla patologia) che conosce – riconosce – accetta la realtà per quella che è. La libertà è un adattamento.

Il pensiero tiene in vita l’altra persona. Che cosa sarebbe l’altro per noi se noi non lo potessimo pensare? Che cosa saremmo noi se non potessimo essere pensati? Nulla.

Che cosa sarebbe la vita se noi non potessimo avere il pensiero di una persona lontana ed in questo modo sentirci ad essa vicini? Il pensiero è la organizzazione delle nostre emozioni.

Guido Savio