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I sette vizi capitali dell’uomo contemporaneo

Il libro vuole sviluppare un pensiero, forse una verifica:
come I Sette Vizi Capitali si possano legare a certe patologie psicologiche ma anche, a volte, a certi comportamenti “normali” dell’uomo di oggi.

Di tutti noi.

Il libro comprende rilievi storici e filosofici, letterari e psicoanalitici sui Vizi.

Comprende anche una visione “clinica” di come il famoso Settenario (come lo definì Gregorio Magno) sia vivo e funzionante anche
tra le nostre pareti domestiche, nelle nostre relazioni, nei nostri amori, nei nostri rapporti con i nostri figli, nelle nostre amicizie,
e infine nella “applicazione” ahimè zoppicante della politica come servizio al cittadino.

 

 

 

 

 


La cura del Pensiero

 

Secondo l’Autore la “malattia psicologica” altro non è che servitù (a volte schiavitù) a Inibizione, Sintomo e Angoscia.

Cioè la debolezza o addirittura la mancanza nel Soggetto di una “propria” Psicologia (Competenza, Sapere, Cura del proprio Pensiero)
che gli impedisce o gli rende difficile opporre sufficiente fronte alla sofferenza.

Affinché ci sia salute, si pone allora per il Soggetto la questione di rendere libera la propria strada di vita, tracciandola possibilmente su una regola interna, su un proprio stile, su un proprio giudizio, su una propria autonomia, su una propria responsabilità in riferimento a quello che dice e fa all’altro e con l’altro. E dall’altro sa ricevere.

Libertà infatti non può essere un Valore di Salute se non all’interno della relazione e dello scambio con l’altro e con Altro.
Avere una “propria” Psicologia diviene allora strumento di Cura del nostro Pensiero che ci consente di raggiungere un grado di soddisfazione e realizzazione individuale da mettere (anche) a disposizione dell’altro.

Nessuno, in ogni caso, può garantire che la strada battuta sia riparata dalla sofferenza e completamente risolutiva della nostra “malattia psicologica”, o del nostro stesso e umanissimo “mal di vivere”.

 

 


Amore, Consumazione e Conservazione

La domanda allora è questa: “darsi da fare” per la conservazione della relazione (d’amore) è un percorso che porta al bene? Sempre al bene? La si deve tenere viva  la relazione sorpassando o soprassedendo i contrasti, i conflitti, le incongruenze che, se non metabolizzati, la porterebbero a finire il giorno dopo? Un mese dopo? Un anno dopo?

Esiste un tempo, anche breve, per capire che le cose non vanno e che vanno immediatamente “chiuse”? Pena una dolorosa consumazione?

Questo libro non vuole assolutamente insegnare a nessuno quando è il caso di conservare oppure quando è il caso di chiudere la relazione.

Si parla in questo libro, invece, di quelle che sono le possibilità (capacità di entrambi) di fare vivere una relazione d’amore, di convivenza (senza che diventi di sopravvivenza).

E si parla anche delle possibilità di farla finire, la relazione, perché a dolore non si aggiunga ulteriore dolore.

 


Giovani e Responsabilità

Spesso gli adulti chiedono ai giovani (o pretendono) di fornire loro la “prova” del possesso di un valore fondamentale: la responsabilità. Secondo l’Autore, in realtà, sono gli stessi adulti a trovarsi sovente in diffi coltà nella gestione di tale valore.

Quando i giovani si rendono conto di questa mancanza, si creano dinamiche non convenzionali che vanno gestite sapientemente. Il libro tratta dello scambio possibile tra adulti e giovani su “chi” la responsabilità sa prenderla e assumerla davvero e chi non ne è in grado.

 

 

 

 

 

 


Figlio e Padre

Il volume ruota attorno ad una questione centrale oggi per la famiglia: come possa essere soddisfacente il rapporto tra un figlio e un padre, ponendo la soddisfazione reciproca come garanzia per la salute psichica di entrambi.

Il lavoro, la passione, il pensiero positivo, la volontà, il sesso, la sopportazione della frustrazione sono alcune delle tematiche affrontate anche attraverso un ampio repertorio di situazioni cliniche.

 

 

 

 

 

 


Tempo variabile

Il libro visita, all’interno del rapporto uomo-donna, due momenti che potrebbero essere a prima vista opposti: la noia e la passione. Passione intasa come domanda d’amore e noia come rinuncia (ma non solo).

Cosa avviene tra un uomo e una donna che si “annoiano” di loro stessi? E che cosa avviene quando essi sono “presi” dalla passione?

 

 

 

 

 

 

 


IO TU

In questo libro l’amore è percorso come “valore” delle reciproche esistenze.

Senza amore non si è nessuno.

In amore è il “TU” che definisce l’”IO”, è l’altro che conferisce la dimensione al soggetto. E in questo senso l’amore si prospetta come condizione che fa continuamente nascere l’uomo e la donna che lo vivono.

 

 

 

 

 

 


Il Piacere

La salute, il bene che noi donne e uomini possiamo vivere nella nostra vita, è rappresentato dal piacere.

In questo libro il piacere viene inteso come esperienza sana di soddisfazione, ma soprattutto come principio-guida per il soggetto che desidera il proprio bene e il bene dell’altro.

Piacere come fine e scopo della nostra esistenza: diritto di amare ed essere amati.